Scienza e fede: la pazienza del dialogo

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E’ ancora possibile credere, nell’era della scienza? E uno scienziato può essere credente? Si può, insomma, accettare al tempo stesso che l’universo è stato originato dal Big Bang e che è stato creato da Dio? Che l’uomo deriva dallo stesso ceppo delle grandi scimmie antropomorfe, come sostiene Darwin, e che la sua anima è spirituale? La morale si può ancora basare  su princìpi e valori, oppure è solo il frutto di meccanismi evolutivi che ne spiegano l’origine e ne delimitano il peso normativo ? La scienza è in grado di fondare un’etica “laica”, che non faccia riferimento alla filosofia e alla religione?
Sono le domande a cui questo libro cerca di dare una risposta, senza fermarsi né alla vecchia logica della contrapposizione tra scienza e fede, né alla posizione di vicendevole indifferenza oggi abbastanza diffusa.
Nel corso della trattazione si cerca di mostrare, con uno stile che non deluderà gli specialisti, ma che è pienamente accessibile anche ai non “addetti ai lavori”, perché entrambe queste vie ormai non sono percorribili e perché è necessario batterne una terza, più ardua ma più feconda, che è quella di un dialogo paziente, fondato su un sincero ascolto reciproco. Quanto sia ardua la strada lo dimostra la diversità di risposte date nel corso della storia. Ne possono però derivare un arricchimento e approfondimento sia alla scienza che alla fede. E soprattutto una prospettiva di unità interiore per quanti non si sentono di rinunziare né alla razionalità scientifica, né alla loro esperienza religiosa.

A. Briguglia e G. Savagnone, Scienza e fede: la pazienza del dialogo, Elledici, Torino (Leumann) 2010, pagg. 207, €14.

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